Il Duomo sorge sull'area della "Chiesa vecchia di dentro" con impianto
traverso rispetto all'edificio antico. La torre dei morti fu adibita a
campanile con successiva sopraelevazione. Dedicato a Maria Assunta ed a
San Liberale fu costruita dall'architetto Francesco Maria Preti, con
inizio del 1723 e apertura al culto del 1746.
Dall'originale disegno furono stralciati l'atrio e la cupola esterna.
Mentre la facciata, iniziata nel 1890 , ebbe compimento agli inizi del
secolo XX, con notevoli riduzioni dell'originale progetto, a cura
dell'architetto Finnazzi. Le statue a corona del frontespizio sono opera
dello scultore Ramazzotti (secolo XX).
Le 8 statue sulle recinto del sagrato, provenienti dal paradiso dei
Corner, raffiguranti guerrieri romani e figure femminili, sono del
bassanese Marinali. L'occasione di affidare al Preti l'incarico della
progettazione del Duomo fu dovuta all'impossibilità dell'architetto
Rizzetti di preparare il disegno della nuova Chiesa. Infatti, avendone
avuto direttamente l'incarico, egli pregò il giovane Preti di
sostituirlo nell'impresa. Questi, incoraggiato dai Riccati, accettò,
rivolgendo ogni sua preoccupazione all'architettura.
Così venne alla luce il disegno che, presentato in due tempi di
rielaborazione all'accademia di San Luca in Roma, fu accolto ed anche
lodato. L'architettura, ispirata alla Chiesa del Redentore del Palladio,
si presenta con vano dignitoso e solenne, differenziandosi dalla misura
palladiana per la sopraelevazione dell'altezza che fu caratteristica dei
Preti.
Il Tempio, a croce latina, è costituito dalla combinazione di tre
elementi: presbiterio, crociera e navata. Nelle pareti laterali tre
partiture dell'ordine aprono altrettante cappelle. Il presbiterio si
conclude con un'abside. L'altissima crociera è sollevata dal tiburio e
dalla cupola interna, chiudendosi agli estremi con due absidi. Nelle
cappelle del lato destro, inizialmente, vi è l'altare di San Bartolomeo
con relativa pala dello Zanchi (secolo XVIII).
Segue l'altare della Natività con tela dello Zampezzi copiando il tema
della stessa dal Bassano. Vi è quindi l'altare di Santa Caterina di
Alessandria con tela dello Schiavoni (secolo XIX). Nel successivo
vestibolo è murato un affresco raffigurante Sant'Antonio da Padova di
Orazio del Paradiso (secolo XVII); nell'attigua cappella (crociera) via
il gruppo statuario di Maria Assunta tra angeli e Santi del Bernardi,
detto Torretto (secolo XVIII).
Adiacente è la cappella del Giorgione (secolo XVI) con la Pala di Maria
e Santi; in essa sono conservati la lapide tombale di Matteo Costanzo e
uno schema marmoreo dei Costanzo. Nel coro del presbiterio vi è la pala
del Ponchini (secolo XVI) raffigurante la liberazione delle anime dal
limbo. Agli estremi di esso vi è una tela con il martirio di San
Sebastiano ed un'altra con la morte di San Severo.
Le cappelle al lato sinistro, attraversato l'incrocio con i quattro
evangelisti, in gesso forte, dello Zandomeneghi (secolo XIX) iniziano
con l'altare del Santissimo Sacramento, affiancato dalle statue della
Fede e della Carità dello stesso Zandomeneghi; un'erma a San pio X del
Baggio è stata collocata in questa cappella nel 1932. L'adiacente
antisacrestia conserva il monumento del Riccati di ignoro autore, ma
nell'ambito di Le Court (secolo XVII).
La sacrestia contigua conserva sette brani pittorici di Paolo Veronese e
del Zelotti (secolo XVI) provenienti dalla villa Soranza. Tra le molte
opere di pittura si segnalano una tela con San Rocco del Bassano (secolo
XVI), un santo vescovo di Carracci (secolo XVI), una tela con San
Bonaventura del Vecchia (secolo XVII), le due tele con i santi Filippo
Neri e Ignazio Lojola del Maffei (secolo XVII) oltre ad opere del Piazza
e del Damini, del Corona, del Parma il Giovane e due tele del Ponchini.
Tornati nella Chiesa, dopo l'altare del Santissimo, segue un vestibolo
che reca l'erma del dottor Trevisan, opera del suddetto Zandomeneghi e
un altro affresco di Orazio del Paradiso, raffigurante San Bonaventura.
La cappella successiva ha l' altare di San Marco, con pala raffigurante
l'assunzione di Maria con Santi del Piazza (secolo XVII). Quindi vi è la
cappella con tela del Beccaruzzi (secolo XVI) con l'incontro di Santi
Anna e Gioacchino.
L'ultima cappella, dedicata San Sebastiano aveva, in origine, la pala di
quel santo, ora nel presbiterio, mentre attualmente ha una copia del
Sant'Antonio del Murillo. Il fonte battesimale del secolo XVI, in marmi
policromi, conclude la fuga. La Chiesa, inoltre, è dotata di un prezioso
tesoro con ostensori, vasi sacri, reliquiari, paramenti liturgici e
corali miniati.

|