Il sistema degli ostacoli esterni di fronte alla Porta Franca


La robustezza delle mura, che lungo il lato Est vedono dunque raddoppiata la loro efficacia, non è però sufficiente a garantire la difesa del castello. In un'epoca in cui le artiglierie a leva -petraie, mangani e trabucchi- registrano un grande incremento, si ricerca la sicurezza moltiplicando gli ostacoli davanti agli ingressi: per cui per impedire l'avvicinamento delle macchine d'assedio alla Porta Franca, fulcro della fortezza, si interviene sul Musonello deviandone il corso. 
Le macchine d'assedio dunque, nella loro avanzata verso il castello, sono bloccate da un primo fossato, il "fossatum cirche", cui segue l'ampia fascia di terreno denominata appunto "circa" e delimitata ad Ovest da un terrapieno. Al di là di questo si erge la "bastita", cioè lo sbarramento di case che gli statuti del 1263 hanno voluto davanti alle fosse. 
Quindi oltre la strada si estende il fossato che nel frattempo è stato ampliato fino a raggiungere una larghezza compresa tra i 21 e i 25 metri, ampiezza che conserverà -come documentano le mappe- fino all'inizio del XVII secolo. 
Superato il fossato del castello, altri due ostacoli si antepongono all'avanzamento verso le mura orientali: il primo dei quali è la "fratta", cioè la siepe piantata a spine e rovi; il secondo elemento è costituito dalla scarpatura di torri e cortine che, come la "fratta", rendono difficoltoso l'assalto diretto alle mura con scale e torri.

 

La famosa "bastita" La Torre principale vista da Borgo Treviso
Particolare del fossato attorno alle mura del castello