Castelfranco
Veneto, capoluogo di mandamento in provincia di Treviso, sorge nel cuore
del Veneto nella pianura (43 metri sul livello del mare) tra i fiumi
Brenta e Piave su cui si profila il massiccio del Grappa. 
La città si trova nel centro di un incrocio viario e ferroviario
importante che unisce punti vitali del Veneto: Treviso, Vicenza, Bassano,
Padova, Venezia, Belluno.
Il fiume-torrente Muson percorre il territorio quasi fino a Padova,
determinando la qualità alluvionale del terreno e le specifiche
condizioni della sua agricoltura (frumento, mais, orzo, leguminose
foraggere).
Il clima è di tipo temperato sub continentale, con estati calde ed
inverni freddi. Il mese più caldo è luglio con una media superiore ai 23
gradi ed il più freddo dicembre con una media di 2, 9. Le precipitazioni
(circa mille millimetri annui) sono distribuite in modo abbastanza
uniforme nel corso dell'anno. Non è rara la presenza di nebbia durante
il tardo autunno e l'inverno.
Il castello fu edificato dai trevigiani nel 1195 con regolarità
simmetrica di quattro torrioni e quattro porte. Recinto di fossato, fu
così ammirato quale fortezza della Repubblica veneta da volerne la sua
conservazione.
Quattro quartieri ne dividono tutt'oggi l'area interna.
La ristrutturazione urbanistica del diciottesimo secolo vi edificò il
nuovo Duomo e il teatro accademico.
Nel XIX secolo furono modificati i giardini, recinti dal passeggio
Dante.
Le leggi di Treviso prescrissero che le case fuori mura fossero disposte
attorno al castello. Di conseguenza, ampi e suggestivi spazi formano un
centro di eccezionale rarità urbanistica.
Quando il mercato ebbe il sopravvento sull'esigenza militare, la bastia
principale divenne un corso, quale arteria del mercato stesso. In questa
e nella piazza furono allora costruite dimore stabili e di mattoni, al
posto delle
case di legno, destinate all'abbattimento in caso di assedio.
L'insediamento veneziano in terraferma, intorno al 1550, estese l'area
urbanistica alle frazioni.
Il rinnovamento fu radicale. I ponti levatoi furono sostituiti da quelli
in pietra. Castelfranco iniziò la sua ricchezza mediante il rapporto tra
l'attività della campagna e quella mercantile del centro.
Lo
sviluppo dei borghi fu dovuto alla presenza del patriziato in campagna:
essi furono vie di collegamento tra città e villa. Dapprima, fuori del
castello, e si ospitarono solo qualche osteria per mercanti; poi
divennero anello tra la casa dominicale in campagna e la città. Da
allora i borghi si popolarono; nel secolo diciottesimo nuove dimore,
anche illustri, ebbero sede in essi. 
La fine del secolo XIX e l'inizio del XX risolveranno la questione
ferroviaria, avviando
il paese a nuovo impulso dell'industria e nel commercio. In questa fase
di crescita il centro città conserva il proprio ruolo, affrontando i
compiti nuovi, grazie al suo impianto organico ed aperto.
Con tale sviluppo, con la diffusione del benessere, sorgono case,
scuole, industrie ed un grande ospedale. Gli spazi, già campagna, tra
borgo e borgo, si colmano, specie nell'area di levante, allargando il
perimetro urbano.
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